La scomparsa di Teodoro Scamardi’ è una grande perdita, non sono come nostro illustre concittadino, ma anche come uomo di grande spessore culturale avendo date alle stampe numerose opere che spaziano dal teatro alla letteratura, e dalla storia alla traduzione di importanti testi stranieri. Con Teodoro ci eravamo sentiti telefonicamente poco piu’ di un anno fa e si era complimentato per il mio ultimo libro, che aveva letto con molto interesse, ed alla quale presentazione non era potuto intervenire come oratore, a causa dei suoi problemi di salute che gli impedivano da Torino di scendere in Calabria, a Feroleto Antico, luogo che ha sempre amato e dove ha vissuto la sua giovinezza prima di intraprendere gli studi universitari. Brevemente – su mia richiesta- mi racconto’ che quando giovanissimo era giunto a Vienna, aveva meritato una interessante borsa di studio del Ministero degli Esteri, parlava perfettamente il tedesco, conosceva la loro storia politica e letteraria, era autonomamente iscritto all’Università e partecipava ai seminari di germanistica ed aveva l’abbonamento alla Staatsopera e al teatro. Senz’altro uno studente eccellente ed in seguito molto apprezzato professionalmente da essere chiamato a lavorare in giro per l’Europa come docente e come esperto di letteratura tedesca. Quello che mi colpi di piu’ della sua personalità era stata la sua
umiltà, il suo non mettersi mai in mostra. Una solo volta, diversi anni fa, credo sia stato il 2008, ebbi l’occasione di parlare a tu per tu con lui nella sua casa di Feroleto Antico, al rione Ponte, dove trascorreva periodi di vacanza tra l’affetto dei suoi familiari e dei suoi vecchi amici. In quell’ occasion , da interessato alla storia locale, gli chiesi di parlarmi della sua attività letteraria e di ricerca. Mi fu difficile farlo parlare molto di se` poiché lui non amava apparire o mettersi in mostra; la sua umiltà lo frenava dal raccontare i suoi successi riscossi tra l’Italia e l’Europa, ma comunque alla fine riuscii a farmi raccontare qualcosa della sua attività letteraria. Poi non ebbi piu’ occasione di incontrarlo personalmente. Lo scorso anno, in un’altra occasione, mi scrisse che aveva intenzione di scrivere, per un importante rivista di critica letteraria, una recensione al libro della Juliet Graham, una nostra illustre scrittrice che vive in America, e mi chiese – visto che sapeva che l’avevo incontrata a Feroleto tempo prima, se lei parlava correttamente l’italiano cosi`avrebbe potuto instaurare con lei un rapporto piu’ confidenziale nell’intervista. Dopo un breve dialogo ci salutammo e dopo qualche settimana mi invio’
la recensione a sua firma e lo ringraziai. Da allora non ci siamo piu` sentiti ed oggi mi giunge la triste notizia della sua scomparsa. L’unico rimorso che mi rimane è quello di non averlo potuto conoscere meglio e frequentarlo durante la mia giovinezza nelle sue brevi permanenze in paese in quanto sicuramente, – dall’ uomo e dallo scrittore Teodoro Scamardi`- avrei potuto imparare tanto.
Di lui scrissi qualcosa nel mio libro su Feroleto pubblicato nel 2008 e che riassumo qui di seguito.
Docente universitario e scrittore nato nel 1942. Ha studiato presso l’Università di Roma e di Vienna (1961-1966). Ha insegnato dal 1967 al 1973 lingua italiana presso le Università di Salisburgo e di Monaco di Baviera e, a partire dal 1976, lingua e letteratura tedesca presso la facoltà di Lingua e letteratura straniera all’Università di Bari. Dal 1995 al 2002 ha insegnato anche storia del teatro tedesco presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha diretto per piu’ di un quindicennio l’Istituto di lingue e letteratura germaniche della facoltà di lingue dell’Universita’ di Bari e dal 2003 il dipartimento di studi angio-germanici e dell’ Europa orientale della stessa Università. Fra le sue pubblicazioni Odön von Horvath, Teatro popolare della Repubblica di Weimar (1980); teatro della quotidianitä in Germania (1987); la Puglia nella letteratura dei viaggiatori tedeschi (1987); viaggiatori tedeschi in Puglia nel settecento (1988); Viaggiatori tedeschi in Puglia nell’ottocento (1993); Viaggiatori tedeschi in Calabria, dal “Gran Tour” al turismo di massa (1998); nel 2007 ha curato per l’editore calabrese Rubettino la traduzione italiana di un viaggiatore tedesco del settecento: “J.H.Bartles, lettere dalla Calabria 1786”.
Naturalmente ha scritto anche tanti saggi su riviste e giornali, ma riportarli tutti sarebbe un lungo ed interminabile elenco. (Franco Falvo)
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