MONUMENTO AI CADUTI

deposizione corona monumentoIn fondo alla piazzetta si erge il monumento ai caduti. Ha quasi la forma di un piccolo obelisco sul quale è posta, quasi a grandezza naturale, una maestosa aquila in bronzo con le ali aperte. Sulle facciate di questo sono incisi, su una lapide in marmo, i nomi di quelli che perirono durante le guerre del 1915-18  e del 1940-45 in difesa della patria . L’obelisco poggia  sopra una base a gradini; il tutto è oggi racchiuso fra quattro picchetti  in cemento collegati da una cancellata in ferro battuto. Ogni anno in occasione del 4 novembre qui viene deposta dall’amministrazione comunale una corona di allora.

 

 

 

 

MONUMENTO MADONNINA

MADONNINA PIAZZA MANGANI 001E’ situata in piazza Mangani . Alla sommità di questo obelisco è posta una Madonnina in bronzo recante in mano la bandiera del Vaticano. La statua della madonnina  è una delle sedici ed uniche copie di quella del duomo di Milano. Comunque per ripercorrere brevemente la storia di questa pregevole madonnina realizzata in bronzo e per comprendere l’attaccamento che nutrono i feroletani verso di essa bisogna aggiungere che questa rara copia della statua che è posta sul duomo di Milano oggi si trova a Feroleto Antico grazie all’interessamento di un suo emigrato, Antonio Morello, trasferitosi nella grande città del nord nel 1947. Una volta ottenute  tutte le autorizzazioni la copia della madonnina  arrivò a Feroleto nel 1968 con una grande manifestazione che coinvolse tutte le autorità del comprensorio lametino e numerosissimi cittadini e fu posizionata in una nicchia  del vecchio muro della chiesa di San Nicola in piazza Mangani. Due anni dopo, sempre grazie all’interessamento di Antonio Morello che fece giungere in questo paesino una guglia simile a quella del duomo di Milano, la madonnina fu posta su un obelisco, insieme ad altre quattro statuine rappresentanti Sant’Antonio, San Francesco, San Giuseppe e la Madonna, in una angolo della piazzetta. Poco tempo dopo fu spostata in un’altra posizione in prossimità della salita via ventiquattro maggio dove nel 1983 con una solenne liturgia  la “madonnina” venne proclamata regina della pace. Qui ci rimase sino al 1998 quando l’amministrazione comunale del tempo decise per un ulteriore spostamento ricollocandola al centro della piazzetta d’innanzi a palazzo Mastroianni.

 

IL CASTELLO DEI D’AQUINO

Ricostruire la storia del castello di Feroleto Antico non è compito facile in quanto i documenti che lo citano sono pochi e frammentari. Comunque un documento importante dal quale è possibile trarre alcune notizie in merito è una Petizione del 1466 inviata dai sindaci di Feroleto al Re. La lingua di questo breve testo è il calabrese antico pertanto risulta difficile eseguire una perfetta traduzione letterale. In questo periodo storico sono molte le richieste che vengono fatte dai sindaci e dai cittadini di molti paesi contro le angherie e le vessazioni di baroni spregevoli e spregiatori di leggi e consuetudini locali. Il Re del tempo al quale venne inviata questa Petizione fu Ferdinando I° , soprannominato Re Ferrante ( 1431-1494), sovrano di Napoli dal 1458 al 1494 e figlio di Alfonso V° D’Aragona detto il Magnanimo. Il castello viene citato in diversi punti della Petizione, per esempio al punto quattro i sindaci di Feroleto   (che a quel tempo erano due) chiedono alla loro Maestà di concedere in gestione all’Università e agli uomini di Feroleto il castello di detta terra così come in passato aveva fatto don Enrico. Secondo una mia ipotesi quest’ultimo potrebbe essere l’Imperatore Enrico III° il Nero (1017-1056) il quale riappacificò l’Italia settentrionale ed ebbe buoni rapporti con i normanni.

Di conseguenza il castello potrebbe essere stato edificato verso la fine dell’anno mille. Non è da escludere che esso sia stato costruito sui ruderi di un altro castello edificato qualche secolo prima dalla popolazione del luogo per difendersi dagli attacchi degli arabi. A fianco del fortilizio, probabilmente attiguo ad esso, era situata la chiesa dell’Annunziata, di modeste dimensioni, impiegata nel tempo più come piccola fortezza che come un edificio sacro vero e proprio essendo stata costruita seguendo un architettura tipica delle roccaforti e dotata di torri agli angoli. E’ probabile che tale chiesa sia stata edificata contemporaneamente al castello ed adibita dai feudatari sia a luogo di preghiera che a luogo di difesa.

Nella summenzionata Petizione i sindaci chiedono pure che al castello di questa terra vengano assegnati tre religiosi, e precisamente – come dice il testo- dei  cappillani nelle persone di don Battista Cusentino, Angelo Caruso e Riccardo De Luca.

Costoro, secondo me, dimoravano già all’interno del castello e si occupavano della cura delle Anime.

Il castello, posto in alto e dominante la zona circostante, fu sede dei Caracciolo che iniziarono a governare la Contea nel 1496 e successivamente fu sede dei D’Aquino che furono padroni di questa terra sino al 1799, anno in cui la famiglia si estinse con la morte di Vincenzina Maria Pico, la principessa di Feroleto.

Durante il seicento il castello venne danneggiato da violente scosse di terremoto, una prima volta il 20 luglio 1609 e successivamente il 27 marzo del 1638 allorquando fece registrare gravissimi danni. Infatti così come riportano le cronache del tempo, crollano, “ i torrioni, i condotti di freno ed i merli del castello”. Furono i D’Aquino a riedificarlo.

Nel secolo scorso- divenuto sede di qualche ricco possidente della zona- il maniero ha subito le prime trasformazioni architettoniche ma non così travolgenti come quelle che sopraggiungeranno ai primi del novecento.

Modificato in più parti ed in special modo al piano superiore, dove sono state coperte alcune terrazze, l’intero fortilizio è stato trasformato in abitazione civile. Ristrutturato internamente il castello oggi è di proprietà di privati.

 

Il MUSEO STORICO comunale

di Feroleto Antico  è stato aperto al pubblico sabato il 19 luglio 2014 ed è ospitato nei locali di palazzo Cosentini nel centro storico di Feroleto Antico.

Il Museo, nato dall’attuazione di un progetto redatto e presentato all’amministrazione comunale dal giornalista Franco Falvo e da questa approvato, è stato creato con lo scopo di custodire e conservare un patrimonio storico che altrimenti andrebbe perso.

Il Museo, nelle sue ampie sale, attualmente custodisce circa 400 foto storiche ed attuali, circa ottanta pregiati documenti storici, circa 320 oggetti riguardanti l’artigianato locale ed altri antichi utensili legati al territorio nonché una quarantina di libri secolari. Complessivamente si espande su ben sette aree espositive indicate con le seguenti denominazioni: area espositiva A, B, C, D, E, F e G oltre ad una sala indipendente dal Museo dove sono ospitati i telai dell’associazione Antichi Telai Feroletani che – in occasione di visite guidate – saranno aperti al pubblico unitamente a tutte le altre sale del Museo.

L’area espositiva A e B illustrano – attraverso l’esposizione di foto, documenti e testi provenienti dall” “Archivio Storico e Fotografico Franco Falvo” la storia e le tradizioni del paese nonché l’esposizione di interessanti articoli riguardanti realtà storiche locali non più presenti nel nostro territorio (vedi chiesa e convento di Sant’Agostino, chiesa di San Nicola, cenobio basiliano dei Santi Filippo e Giacomo, ecc)  mentre le altre aree espositive contengono  oggetti del secolo scorso riguardanti  l’attività artigianale del luogo e non solo.

Il Museo è aperto ai visitatori in particolari periodi dell’anno e/o durante lo svolgersi di importanti manifestazioni e/o su prenotazione da parte di gruppi ed associazioni e sarà comunque ampliato con l’apertura di un antico oleificio ed integrato nel tempo con altri reperti  ed oggettistica storica appartenente al territorio.