LO SCRITTORE ENZO SICILIANO E LE SUE ORIGINI FEROLETANE

LO SCRITTORE ENZO SICILIANO E LE SUE ORIGINI FEROLETANE

ENZO SICILIANO E LE SUE ORIGINI CALABRESI (articolo di Franco Falvo)

Lo scrittore ha vissuto molti periodi della sua giovinezza a Feroleto Antico, un piccolo Comune della provincia di Catanzaro.

Enzo Siciliano ( 1934-2006) nel corso della sua vita ha avuto un particolare legame con la nostra regione. In molti hanno detto e scritto, in numerose recensioni sul suo ultimo lavoro, che Siciliano è originario di Nicastro ora Lamezia Terme anche se la sua formazione culturale è avvenuta a Roma. Ma per essere più precisi è bene sottolineare che le sue radici partono proprio da un piccolo paese in provincia di Catanzaro: Feroleto Antico. Suo padre era di Bisignano e sposò Giuseppina Ienzi di Feroleto Antico. Qui a Feroleto, Siciliano visse alcuni periodi della sua fanciullezza e oltre a ricordarcelo molti suoi amici che tutt’ora vivono a Feroleto, lui stesso in alcuni suoi libri fa emergere questa realtà. Soprattutto nel libro “Mia madre amava il mare” edito da Rizzoli nel 1994 ripercorre i suoi brevi periodi giovanile trascorsi in questo paesino e ci narra di suo nonno Raffaele che in località San Filippo di Feroleto aveva un fondo dove lo scrittore vi si recava con suo padre per trascorrervi alcuni momenti di ferie. “Mio nonno – ci racconta nel romanzo autobiografico-  morì nel 1939. Assistetti al suo funerale da un balconcino del municipio di Feroleto Antico ma non mi fecero andare in chiesa: vidi la bara portata a spalla fra le corone di palme intrecciate e la banda che seguiva scendere per la gradinata che taglia in due il paese, un paese aggrappato ad un colle inospite……So che a quel tempo in Calabria, a Feroleto, a San Filippo, c’ero già stato poiché la visione del paese non è per niente nuova al mio ricordo. Ho infatti memoria  di mio nonno sul biroccio di ritorno dalla campagna…………eravamo li, in Calabria, nella casa di Feroleto, le due o tre stanze a cannocchiale, il salotto, lo studio, la stanza da pranzo, ed in fondo la loggia dove un pluviometro catturava tutta la mia possibile curiosità…………Mia madre sposò mio padre per un atto di coraggio. Aveva ventidue anni quando lo conobbe. Mio padre ne aveva sei di più. Suo fratello comandava la stazione dei carabinieri di Feroleto, e lui era andato a trovarlo- lui stesso nei carabinieri…….Mia madre raccontava di essersi innamorata di mio padre a prima vista. Volle abbandonare Feroleto- questo fu il suo coraggio………si sposarono a Feroleto, ….il 24 ottobre del 1924…..”

Nel suo lavoro “Non entrare nel campo degli orfani” edito da Mondadori nella sua età matura Siciliano ritorna a narrare della sua Calabria ma lo fa in modo più sentimentale  ed anche se non lo nomina mai, cercando di restare sul generico ed ambientando il racconto in un rione di Nicastro , è molto evidente per chi conosce i luoghi, ( come il sottoscritto ) che è ambientato a Feroleto Antico. Infatti in molte pagine descrive vie e personaggi di  Feroleto Antico e non di San Teodoro nel vecchio quartiere di Nicastro come invece  l’autore vuole fare credere per depistare il lettore: il paese e la piazza sono ancora quelle della sua infanzia vissuta a Feroleto Antico, luoghi ancora  inalterati. Ecco una delle tante descrizioni inequivocabili che si possono leggere nel libro dove si evidenziano  le caratteristiche della piazza ed uno scorcio del paese. “ … La casa di Fausto vi si affacciava di profilo, dove la strada comunale riprende a salire in campagna  lungo una linea di orti. Il tabacchino, ormai anche fruttivendolo,  ….su un rettangolo lastricato…..Mi voltai verso Fausto, che si era fermato più in là, accanto al monumento ai caduti del 15’ – 18’ , sotto l’ala di un aquilotto di bronzo ossidato dai licheni e  impietrito da sempre nel suo volo….il bagolaro allungava un ombra scarsa sopra la panchina  di cemento e su alcuni tavolini vuoti del bar ….Restava la vecchia ringhiera a fronteggiare l’altra costa, verso Fossocavone che in quel punto  striscia in un botto grigio, cupo stomaco del paese situata a mezza costa, case sotto e case sopra, vicoli in su e in giù, e la chiesa con il campanile in cima voltato a sud ovest……” 

Anche il protagonista è un personaggio reale che ancora vive ma che lasciamo al lettore scoprire di chi si tratta. Il  9 giugno 2006 Enzo Siciliano ha lasciato questo mondo ma continuerà a vivere attraverso i suoi numerosi libri. L’ex presidente Rai (fu a capo del servizio pubblico negli anni dal 1996 al 1998), era collaboratore di Repubblica e del settimanale L’espresso, e inoltre direttore della rivista Nuovi Argomenti. Amico di Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini (di cui scrisse negli anni ’70 le biografie), ed Elsa Morante, Siciliano è stato, dagli anni ’70, uno dei protagonisti della vita letteraria di Roma e d’Italia. Dopo la sua morte molte sono state le iniziative intraprese per ricordare lo scrittore. Una molto importante è la creazione nella capitale di una biblioteca  letteraria nata dall’acquisizione  del cosiddetto fondo Enzo Siciliano. La Biblioteca contiene circa 19.500 volumi di cui 6.500 di letteratura italiana appartenuti al grande scrittore. Inoltre – dopo la sua morte – è stato pubblicato il romanzo postumo di Siciliano “La vita obliqua” anch’esso ambientato in Calabria.

 

FRANCO FALVO

Franco Falvo

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