PER LA SANTA CANDELORA SE NEVICA O SE PLORA DELL’INVERNO SIAMO FORA…….MA COS’E’ LA CANDELORA?

PER LA SANTA CANDELORA SE NEVICA O SE PLORA DELL’INVERNO SIAMO FORA…….MA COS’E’ LA CANDELORA?

SANTA MARIA MAGGIORE

SANTA MARIA MAGGIORE

Un antico proverbio recita: 

« Per la santa Candelora
se nevica o se plora
dell’inverno siamo fora;
ma se l’è sole o solicello
siamo sempre a mezzo inverno
 »

Stando alle previsioni meterologiche dovremmo dire che siamo quasi dall’inverno anche se le giornate sono fredde e piovose. Ma cos’è la Candelora? Oggi è la Candelora, ossia esattamente 40 giorni dopo il Natale. È la festa liturgica della Presentazione al Tempio di Gesù, raccontata dal vangelo di Luca (2,22-40), e popolarmente detta “candelora” perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone: «I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e con la profezia di Simeone alla Vergine Maria («anche a te una spada trafiggerà l’anima») apre il cammino verso la Pasqua.

Per un periodo questa festa era dedicata alla Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo del momento, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge ebraica, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla celebrazione il titolo di “Presentazione del Signore”, che aveva in origine. Secondo l’usanza ebraica, infatti, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania). 

 

Franco Falvo

I commenti sono chiusi.