UN LIBRO CHE RIPERCORRE LA VITA E LE OPERE DI DON GIULIO FAZIO, IL SACERDOTE-POETA

UN LIBRO CHE RIPERCORRE LA VITA E LE OPERE DI DON GIULIO FAZIO, IL SACERDOTE-POETA

copertina libro don giulioIl libro di Franco Falvo “Don Giulio Fazio, pastore e poeta della quotidianità, Cymoff Edizioni, prezzo 16,00 euro, potete averlo con uno sconto del 35% sul prezzo di copertina richiedendolo direttamente all’autore attraverso questa pagina oppure scrivendo all’indirizzo di posta elettronica fran.falvo@tiscali.it. Insieme al libro, firmato dall’autore, sino ad esaurimento, sarà data in omaggio una immaginetta sacra originale del 1964 sul retro della quale è impressa la data della sua ordinazione sacerdotale.

INTRODUZIONE DELL’AUTORE

Perché un libro su don Giulio Fazio a distanza di tanti anni dalla sua scomparsa? Perché di don Giulio sino ad oggi si è parlato molto poco, sia della sua vocazione religiosa che di quella artistica e poetica. Per molti forse è stato un sacerdote che ha vissuto nell’ombra, che non si è mai messo in mostra, che ha agito sempre con riservatezza e modestia e questo giudizio è stato in parte  determinato e condizionato dal suo modo di essere, dal suo carattere umile e riservato, dalla sua pacatezza nel prendere delle decisioni, dai suoi silenzi tendenzialmente mirati alla meditazione. Don Giulio, contrariamente alle apparenze, è stato un sacerdote molto altruista, molto preparato e riflessivo, morbosamente legato al suo paese natio e alla sua gente, con un animo molto sensibile capace di cogliere tanti aspetti della quotidianità e di tramutarli in versi. Era un attento osservatore delle cose e degli avvenimenti e prima di esprimere un giudizio o un concetto qualsiasi si soffermava su alcune frasi come per sottolinearle affinchè non venissero fraintese.

Per quanto riguarda la sua vocazione religiosa lascio a chi è del mestiere approfondire e delineare alcune tematiche legate esclusivamente alla sua missione di sacerdote e di uomo di Dio. In questo lavoro voglio soffermarmi su alcuni eventi  della sua vita legati essenzialmente al suo paese natio, Feroleto Antico, dove è stato  parroco nell’ultimo periodo della sua esistenza e, nello stesso tempo, desidero pubblicare qualche suo scritto inedito scaturito da alcune riflessioni religiose che il sacerdote-poeta ha ritenuto opportuno affidare alla carta per immortalarle quando ancora era uno studente ginnasiale, consapevole forse che avrebbe iniziato un percorso che lo avrebbe portato ad essere un uomo al servizio di Dio.

Da amante della poesia e della cultura nonché da amico di don Giulio, mi sento orgoglioso di far emergere, portando a conoscenza della collettività e degli amanti della poesia e della letteratura, quanto è stato da lui scritto proponendovi le sue opere inedite, quelle che lui ha affidato alla carta ed ha custodito gelosamente senza mai pubblicarle per tantissimi anni, sino alla morte.

Le argomentazioni di questo volume si basano soprattutto sulla sua produzione poetica  giovanile, quando ancora  il piccolo Giulio era uno studente liceale molto studioso e molto religioso. E’ stata per me una sorpresa venire in possesso di questi suoi scritti inediti partoriti quasi tutti all’età di 16-17 anni. Una sorpresa perché, contrariamente a tutte le altre sue composizioni che sono state scritte in età matura e in dialetto feroletano, queste sono  state partorite in lingua italiana con costruzioni metriche ben definite ed in largo uso dai poeti del tempo.INTITOLAZIONE-PIAZZETTA-MUNICIPIO

Ma la cosa che più sorprende è che ognuno di questi componimenti, scritti di suo pugno, su un quaderno scolastico al quale ha dato il titolo di “Ritmi e non “, riportano anche la data di composizione, ossia il giorno, il mese e l’anno in cui le ha composte. Si riferiscono  agli anni di frequentazione del liceo Ginnasio a Nicastro, e precisamente agli anni 1956/1957. Dai suoi scritti giovanili emerge già il suo desiderio di intraprendere una strada molto particolare, quella della vocazione religiosa tant’è che dopo il diploma del terzo liceo entrava in seminario e cominciava a  delinearsi e rafforzarsi il suo carattere, forse un pò chiuso e riservato, ma senz’altro dedito alla meditazione.

DON GIULIO DA GIOVANE CON CHITARRAE’ difficile poter esprimere un giudizio globale e pertinente al suo stile di vita a diversi anni dalla scomparsa, o tracciare una biografia molto approfondita su di Lui poiché don Giulio aveva scelto di vivere da solo per non pesare su nessuno anche se saltuariamente andava a trascorrere alcune giornate dalla sorella a Gizzeria, ma certamente possiamo partire, nella nostra analisi, dai suoi scritti inediti cercando di acquisire una conoscenza più ampia sia della sua personalità poetica, in parte già nota con le liriche pubblicate qualche decennio dopo, sia del suo essere prete di una comunità con i ricordi e le testimonianze di alcuni documenti e del suo operato.

Le sue meditazioni e alcune pagine di diario che completano questo lavoro e che sono rimaste inedite per tantissimo tempo – stiamo parlando di circa 60 anni fa- ci offrono l’opportunità di  ampliare il nostro orizzonte conoscitivo sulla vita di questo pastore del XX secolo. I suoi scritti non sono mai banali o scritti per creare solo una rima ma nascono sempre da contenuti profondi generati da una riflessione intima dell’autore su specifici argomenti.

Chiunque ha letto le poesie dialettali di don Giulio, quelle scritte in età matura, avrà avuto modo di apprezzarne la musicalità, il contenuto, la profondità del messaggio ispirato quasi sempre ai momenti di vita della sua comunità, agli usi e costumi locali tramandati di generazione in generazione.

Ma in questo volume, come già detto sopra, oltre alle poesie inedite in lingua, troverete anche altri suoi scritti. Tra questi l’ultimo e breve discorso pronunciato d’innanzi a molti suoi parrocchiani nel corso di una manifestazione culturale poche ore prima di essere stroncato da un infarto.

In questa ricostruzione ci aiuta tantissimo anche un altro discorso molto toccante e che è stato  fatto dal preside Eugenio Leone (scomparso qualche anno fa) alcuni giorni dopo i funerali di Giulio ed alla presenza di tutti i suoi compagni di scuola.

Poesie, appunti, pagine di diario, considerazioni, ricordi e discorsi tutti tendenti a farci ricostruire la figura del sacerdote-poeta ma soprattutto vengono evidenziati una serie di scritti che ci riportano alla sua adolescenza, ai suoi primi conflitti interiori e alle sue prime scelte di vita, a quando il piccolo Giulio iniziava a scoprire la bellezza della scrittura e della meditazione e ad affidare alla penna i suoi pensieri più profondi tramutandoli in versi  o in meditazioni profonde.

A distanza di alcuni anni dalla morte, scrivere un libro su don Giulio, significa accendere un riflettore su un personaggio di rilievo non solo del suo paesello natio ma dell’intera Calabria inquadrandolo in una luce diversa, una luce che ci permette di avvicinarci alla sua vita interiore e alla sua espressione poetica con animo diverso  tanto da farci porre una domanda: se don Giulio non avesse scelto la via del sacerdozio cosa avrebbe fatto nella vita? Sarebbe divenuto un grande intellettuale calabrese?

Don Giulio era un sacerdote diverso dagli altri forse perchè in lui coesistevano due animi, quello “umano e poetico” e “quello divino” e lui sapeva conciliarli entrambi svolgendo bene sia la sua missione di parroco che quella di poeta e di letterato.

A mio avviso, se don Giulio non è emerso come poeta dialettale al pari di Vittorio Butera e di Michele Pane, definiti i grandi poeti del Reventino, è perché alcuni elementi del suo carattere ma anche la sua missione di sacerdote e di uomo di Dio, lo hanno frenato.

Credo che, la sua vocazione sacerdotale, giunta in un periodo molto particolare e delicato della sua adolescenza, sia uno dei motivi che lo hanno parzialmente condizionato ed  allontanato dal continuare a perfezionarsi e scrivere versi, una passione  che si risveglierà nella sua età matura quando sarà nominato parroco di Feroleto Antico, il suo amato paese, fonte ispiratrice di molte sue liriche.

Ricordo che quando pubblicò i tre libri di poesie dialettali, stampati in qualche centinaio di copie, li distribuì gratuitamente ai suoi parrocchiani sul piazzale della chiesa senza organizzare nessuna presentazione pubblica (come solitamente si fa) e senza  farli recensire su riviste e giornali. Lui amava essere così, non amava i riflettori e desiderava passare inosservato.

Don Giulio è stato sia il pastore della sua comunità, impegno che ha svolto sino agli ultimi giorni della sua vita con molta responsabilità e trasparenza, e sia il poeta, l’intellettuale, l’artista  dei suoi parrocchiani. In don Giulio, l’ amore per la poesia si è risvegliato in modo più forte ed intenso proprio durante i suoi anni di sacerdozio a Feroleto Antico, il paese che ha sempre amato e al quale ha dato tanto. Anche il fatto di scrivere in dialetto feroletano è un atto d’amore alla sua musa ispiratrice: Feroleto Antico. L’espressione poetica dialettale lo accompagnerà sino a pochi attimi prima della morte con l’aggiunta delle due ultime righe  ad una poesia molto bella dedicata al suo paese natio e che aveva iniziato a scrivere alcuni anni prima.

Siamo certi che don Giulio  resterà  sempre con noi attraverso il suo esempio di vita e le sue opere realizzate durante il suo ministero sacerdotale nonchè attraverso la sua poesia e i numerosi  scritti che ci ha regalato.

FRANCO FALVO

copertina libro don Giulio completa

Franco Falvo

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