DON GIACOMO PANIZZA E MARIA GRAZIA FRAGALE: DUE ESEMPI DA IMITARE

DON GIACOMO PANIZZA E MARIA GRAZIA FRAGALE: DUE ESEMPI DA IMITARE

Sono notizie molto belle da ascoltare che portano un sorriso nella vita frenetica che quotidianamente viviamo, notizie che ci allietano il cuore e fanno emergere un altro aspetto della Calabria. Mi riferisco ai due nostri corregionali o paesani se vogliamo dire, ricevuti dal presidente Mattarella per essere insigniti di una onorificenza: don Giacomo Panizza e Maria Grazia Fragale.

Don Giacomo Panizza è stato insignito del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana e di questo ho molto gioito poiché è un uomo che conosco da tanto tempo e che ho sempre ammirato per la sua forza, per il suo coraggio ma soprattutto per la sua Fede che lo guida ad operare in sostegno delle persone bisognose. La sua – come disse una volta in un intervista- è una emigrazione al contrario essendo venuto in Calabria dal bresciano per fondare nel 1976, in mezzo ad una terra piena di difficoltà, la comunità Progetto Sud, una comunità autogestita insieme a persone con disabilità  che collabora  con la Caritas della Calabria. Ma su don Giacomo Panizza, del quale ho letto anche alcuni suoi libri e del quale ci sarebbe moltissimo da dire, evito di tracciare un lungo elenco di iniziative che gli appartengono poiché la stampa nazionale e regionale ha sempre dato risalto alla sua attività. Quello che vorrei invece brevemente puntualizzare è un qualcosa che ha toccato  me personalmente, ossia la sua semplicità di uomo e di pastore, il suo  operare a fianco di chi soffre, di chi ha difficoltà, di chi ha bisogno. Quello che mi piace di lui è la sua disponibilità con tutti, il suo intercalarsi nella società con la sua umiltà e col suo essere uomo tra gli uomini mettendosi al pari degli altri e non ponendosi un gradino sopra.

L’altra persona della quale vorrei lievemente accennare è Maria Grazia Fragale, una diciassettenne studentessa del liceo Fiorentino che vive ad Accaria, una frazione del Comune di Serrastretta, insignita poco più di un mese fa,  anche dal Presidente Mattarella come alfiere della Repubblica “per la testimonianza di solidarietà che ha offerto nelle sue diverse attività, per aver favorito l’integrazione  di una ragazza ucraina  all’interno della classe  e per aver aiutato  alcuni rifugiati ucraini  nell’apprendimento della lingua italiana”. E’ raro nella società di oggi, invasa dai social ed altre forme di comunicazioni,  trovare giovani disposti a sacrificare un po del loro tempo a fianco delle persone bisognose offrendo il proprio altruismo.

Pertanto due persone da ammirare ma soprattutto due esempi da seguire se vogliamo veramente sentirci tutti fratelli e tutti figli dello stesso Dio e concludo con le parole del vescovo  Parisi : “questo di Maria Grazia  e’ l’impegno di ogni cristiano-cittadino che vive la fede e gli impegni  di ogni giorno  con gli stessi sentimenti di Cristo ovunque: in  chiesa, in famiglia, nella scuola, nel lavoro”.

 

Franco Falvo

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