DON FRANCESCO TORCHIA: BREVE RICORDO A 50 ANNI DALLA MORTE

DON FRANCESCO TORCHIA: BREVE RICORDO A 50 ANNI DALLA MORTE

17 maggio 1974 – 17 maggio 2024. Qualche mese fa avevo accennato qualcosa su don Francesco Torchia in relazione ad un documento che avevo trovato nel mio archivio.

Ma ora – in considerazione che il prossimo 17 maggio 2024 ricorre il cinquantenario della sua morte – ritengo doveroso pubblicare qualche notizia biografica in piu’ sulla vita del sacerdote ed Arciprete di Feroleto Antico, unitamente a diverse foto che sono riuscito a reperire.

Don Ciccio, noi lo chiamavamo cosi’, ci ha lasciati ad un’età molto giovane: aveva solo 46 anni.

Don Francesco Torchia era figlio di Noberto Torchia di Gizzeria (1906-1943), commerciante ed agricoltore scomparso prematuramente all’ eta’ di 37 anni per una malattia e di Fiorina Maria Rosato, anche lei di Gizzeria. Don Francesco Torchia aveva due sorelle piu’ piccole di lui: Silvia, nata nel 1931 e Lina, nata nel 1936, entrambe decedute.

Con don Giulio Fazio c’era una parentela acquisita in quanto il fratello della mamma di don Francesco Torchia, Omero, aveva sposato Lina Fazio, sorella di don Giulio.

Subito dopo l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 20 luglio del 1952 a Posillipo (Napoli) don Francesco Torchia per un breve periodo, dal vescovo di Nicastro Mons. Eugenio Giambro, era stato nominato vicerettore del seminario.

La sua prima parrocchia è stata quella di Rizzuti, una frazione del comune di Colosimi, in provincia di Cosenza, dove vi è rimasto per un breve periodo; successivamente, per circa 4-5 anni, è stato responsabile nella parrocchia di Adami di Decollatura ed infine è stato nominato arciprete di Feroleto Antico dove vi è rimasto sino al giorno della chiamata nella casa del Padre.

Per un breve periodo, circa un anno, ha abitato al rione “Granatiallu” (oggi via Generale Stocco) nella mia attuale abitazione e successivamente nella piazzetta Municipio nella casa che appartiene alla famiglia Andreaggi. Per recarsi nelle frazioni e poter svolgere il suo servizio utilizzava una seicento, successivamente una giardinetta di colore bianco ed infine una Fiat 128.

Molto socievoli con i ragazzi, aveva comprato un bigliardino per la sacrestia e prima dell’inizio della santa messa o a conclusione permetteva ai giovani sempre di giocare.

Aveva istituito l’oratorio parrocchiale sul piazzale della chiesa di Santa Maria Maggiore, recintandolo con una rete, per poter fare giocare i ragazzi a pallone o a pallavolo, e spesse volte anche lui si improvvisava calciatore.

I suoi parrocchiani lo ricordano come un bravo parroco, avanti con i tempi, molto aperto alle relazioni poichè spesso organizzava incontri culturali e di fede nella sacrestia a gruppi misti. Spesso si recava anche nella parrocchia di Jevoli per celebrare la Santa Messa e per fare catechismo.

Se ne è andato via improvvisamente cosi’ come ha scritto il vescovo del tempo sulla rivista della diocesi:

“E’ stato colto dalla morte improvvisamente nel cuore della notte.. La sua morte è stata una predica per tutti noi…..L’11 marzo del 1974 ero stato a Feroleto per una visita nelle scuole. Poi con don Ciccio ci eravamo incontrati nei primi giorni di maggio dello stesso anno……Era stato a Reggio per una visita medica perché non stava molto bene. Ma mi rassicuro` dicendomi che con poche iniezioni di siero la sua allergia sarebbe andata via. Invece la mattina del 17 maggio del 1974 mi giunse improvvisa una telefonata da don Giulio Fazio: Don Ciccio è morto”. ……Andai subito a Feroleto con don Antonio Marghella: un corpo senza vita e il pianto disperato della vecchia mamma e delle sorelle: la commozione del popolo… Il 18 maggio, dopo i funerali, la salma fu tumulata a Gizzeria, paese di nascita di don Ciccio.”

Queste sono le notizie che sono riuscito a raccogliere per ricordare don Francesco Torchia a 50 anni dalla sua morte. Ma sicuramente la sua missione come parroco e sacerdote è stata molto piu’ ampia e necessita sicuramente di ulteriori approfondimenti. 

 

Franco Falvo

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