CANTAFORA: NON PUO’ METTERE A POSTO LA CITTA’ CHI NON HA UNA VITA A POSTO

CANTAFORA: NON PUO’ METTERE A POSTO LA CITTA’ CHI NON HA UNA VITA A POSTO

monsignor-cantafora-400-tmb1Trovo molto interessanti le considerazioni del nostro vescovo in un periodo molto particolare della nostra vita sociale e politica. A Lamezia già ci si stà preparando alle nuove elezioni per il rinnovo del consiglio comunale  e Mons. Cantafora lancia il suo messaggio, un messaggio che trovo particolarmente interessante nelle sue prime battute quando invita i venditori di fumo a mettersi da parte, e, senza fare nomi, sappiamo tutti che  “venditori di fumo” ne abbiamo avuti tanti  nella città di Lamezia. Riporto integralmente le considerazioni del vescovo in questi giorni che precedono il Santo Natale e che ho tratto dalla rivista ufficiale della diocesi “Lamezia Nuova”.

 Mons. Cantafora: “Lamezia va presa per mano, non può mettere a posto la città chi non ha una vita a posto”

 “I venditori di fumo, che si presentano per mettere quasi magicamente a posto la città e il comprensorio, non hanno credibilità se non hanno una vita a posto. Lamezia e i lametini vanno presi per mano per sentire qual è il polso della situazione. E allora avvertiremo anche le pulsazioni di un popolo stanco e i palpiti di tanti giovani che attendono risposte. Non servono i lunghi papelli sulle cose da fare, ma è necessario e costruttivo esprimere quale modello di sviluppo umano e civile si ha in mente per Lamezia.” E’ il monito del Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora nel tradizionale discorso di auguri alla città in occasione delle festività natalizie. I problemi di Lamezia e le prospettive future della città in vista delle prossime elezioni amministrative sono stati al centro del messaggio natalizio del Vescovo che ha sottolineato come la Chiesa lametina segua “con attenzione e apprensione gli eventi che incalzano la vita pubblica e sociale di questa comunità” e ha rivolto un appello perché “possano venire superate talune sterili contrapposizioni, e ci si possa incamminare il più possibile su strade di intesa che abbiano un ampio raggio e sappiano tenere presenti gli interessi profondi ed essenziali del nostro popolo.” Per il Vescovo di Lamezia, occorre “sentire il polso della situazione” della città. Il polso di questa città, per il pastore della chiesa lametina, “è determinato dall’aumento della disoccupazione, dalle strette della criminalità che non demorde, dalle difficoltà degli imprenditori, dalla solitudine degli anziani e soprattutto dall’affanno delle famiglie. Al contempo, viene purtroppo determinato anche dalla riduzione di presìdi sanitari, di infrastrutture sociali, di luoghi culturali e d’incontro tra gli abitanti del nostro territorio. Per questo, innanzitutto, è necessario impegnarsi con dedizione e competenza, al fine di garantire la buona governabilità e una corretta amministrazione della cosa pubblica. Questo si concretizza nell’evitare i contenziosi gratuiti e le opposizioni croniche, che creano sfiducia e disaffezione nella vita pubblica quando invece abbisogniamo di fiducia reciproca e di compartecipazione attiva.” Tra i problemi della città affrontati dal presule, il depotenziamento delle strutture ospedaliere, tra cui la chiusura del Centro Trasfusionale e del reparto di Terapia Intensiva Neonatale, che la Chiesa lametina “avverte come ferite per la comunità”. Sulla possibile realizzazione del parco eolico,  il Vescovo condivide la preoccupazione espressa da varie associazioni del mondo cattolico ricordando come “se la Calabria rinuncia persino al suo patrimonio paesaggistico, avremo perso il tesoro più bello che abbiamo”. Da Cantafora, un ringraziamento particolare al Sindaco di Lamezia Gianni Speranza per questi anni di governo della città nei quali “si è respirata vicinanza, stima, comprensione”. E ha ricordato la visita in città di Benedetto XVI come “una delle pagine più belle che la Chiesa diocesana e la città di Lamezia hanno potuto scrivere insieme”.Il Presule invita a guardare all’essenzialità del presepio nel quale “possiamo capire che il cristianesimo non è un qualcosa di astratto, ma è una fede che riconosce in un volto umano concreto, quello di Gesù Bambino, il volto stesso di Dio. Il volto di Gesù, che si mostra a Natale, è un volto fraterno e amico verso gli uomini e le donne che Dio ama. È un volto amorevole e appunto per questo responsabile nei confronti del mondo intero. Il Natale del Signore è la medicina contro l’egoismo; è l’invito a fare della nostra esistenza uno slancio coraggioso verso un’umanità più vera da assaporare e vivere in prima persona. Solo così, di fatto, riusciremo anche a superare le sfide che abbiamo davanti.”Preghiamo – ha concluso Cantafora – “perché anche il nostro popolo lametino veda la grande luce che sorge: il Signore che viene e che fa tremare ogni forma di potere fondato sulla morte, sulla paura e sull’ingiustizia. Che questo Natale sconquassi le nostre coscienze e ci sospinga a seguire quella luce di bene che vuole splendere per illuminare il nostro presente e il futuro dei nostri figli”.

 

Franco Falvo

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