QUANDO I PAESI ERANO VISSUTI E CI RENDEVANO FELICI………….

QUANDO I PAESI ERANO VISSUTI E CI RENDEVANO FELICI………….

LA STUPENDA MIMOSA CHE ADORNA IL CALVARIO DI FEROLETO

LA STUPENDA MIMOSA CHE ADORNA IL CALVARIO DI FEROLETO

………………….Ai tempi della mia fanciullezza tutti indossavamo abiti molto semplici e, quando questi non si potevano acquistare, ci vestivamo con gli indumenti degli altri fratelli e non c’era nessuna competizione o invidia fra di noi. Era una vita semplice, senza troppe pretese e non ci si doveva confrontare con nessuno. L’importante era riuscire a sopravvivere. Eravamo senz’altro più felici di oggi perché per divertirci bastava ritrovarci nelle “rughe”  o nelle cosiddette” vinelle” dove giocavamo a “tappa”, gioco che consisteva nel percorrere un percorso tracciato sulla strada da un gessetto con un tappo di “boccaccio” spinto dalla pressione delle dita. Vinceva che riusciva a percorrere tutto il percorso senza uscire fuori dalle linee del tracciato. Ma si giocava anche con le “cannelle “ tubi di plastica di piccoli diametri e dalla lunghezza di circa quaranta centimetri all’interno dei quali venivano inseriti dei proiettili di carta; i proiettili si facevano arrotolando un foglio di  carta a forma di cono e poi una volta inseriti nella cannella  venivano scagliati sugli obiettivi umani con la pressione del vento dei polmoni. Ma era consuetudine fare delle lunghe e  piacevoli passeggiate con gli amici lungo il tratto di strada compreso tra la vecchia ed ormai chiusa caserma dei carabinieri ed il monumento ai caduti. Questo tratto di strada per noi rappresentava il corso, il marciapiede dove fare le conquiste delle ragazze, il luogo preferito per incontrare gli amici e fermarsi a dialogare. I ragazzi più fortunati possedevano una bicicletta e con questa si spostavano facilmente da un luogo all’altro riuscendo ad organizzarsi nel fare scampagnate e raduni nei paesi del circondario……..(tratto dal romanzo di Franco Falvo: Non nascondermi il tuo volto, ed. la Rondine, 2007)

Franco Falvo

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