LA MIA INTERVISTA DI QUALCHE GIORNO FA

LA MIA INTERVISTA DI QUALCHE GIORNO FA

L’intervista completa che mi è stata fatta dal giornalista Antonio Perri e pubblicata sul periodico online “Lamezia e non solo”

FRANCO FALVO, CALABRESE DI FEROLETO ANTICO, VIVE DA ALCUNI ANNI A BASILEA

A 50 anni perde il lavoro e non avendo trovato una nuova occupazione nella sua Calabria, prende la sofferta decisione di partire abbandonando il suo paese e allontanandosi dalla sua famiglia.

Con la sua emigrazione si è interrotta anche la sua intensa attività pubblicistica e culturale sul territorio. Oltre ad avere dato alle stampe una decina di libri fra storia locale e racconti, ha interrotto anche l’organizzazione di convegni e di un interessante Premio letterario di saggistica storica.

Ma a distanza di alcuni anni – come lui stesso racconta nell’introduzione al libro- è riuscito a riprendere in mano la sua penna dando alle stampe un interessante lavoro autobiografico sul tema dell’emigrazione.

-Al tuo libro hai dato per titolo “Il coraggio di cambiare “. Da cosa nasce questo titolo? Centra qualcosa con la tua esperienza di emigrato?

Brevemente – a chi me lo ha chiesto- ho spiegato che si tratta di un’autobiografia e, leggendo sino in fondo la mia storia, si puo’ cogliere il senso pieno di questa affermazione dove per “coraggio di cambiare” si intende avere soprattutto la forza di prendere una decisione forte ed immediata poco prima che la nostra esistenza venga sopraccaricata da elementi negativi destabilizzanti. Stà a noi capire qual è il punto di rottura per intervenire prima che questo accada. Nella mia vita questo punto critico si è verificato all’età di 50 anni con la decisione di mollare tutto e cambiare completamente vita ma prendere una decisione cosi’ drastica si puo’ verificare anche quando si è molto giovani. In tal caso non bisogna crogiolarsi ma bisogna agire subito perché la vita è breve ed è un peccato sprecarla per un qualcosa di negativo che accettiamo senza reagire.

-Come hai affrontato la difficoltà di lasciare la famiglia in Calabria per andare a lavorare in un altro paese? Quanto grande è stata la tua sofferenza?

La mia è stata una scelta sofferta perché ho cercato in tutti i modi di rimanere nella mia terra ma quando tutte le porte ti vengono chiuse in faccia, soprattutto da persone che si trovano nella possibilità di poterti aiutare, non hai altra scelta che quella di lasciar tutto e cambiare vita e questo fa soffrire molto da diversi punti di vista. Spezzare improvvisamente un rapporto che hai costruito col tempo sul tuo territorio fa molto male. Essere radicalizzato in un ambiente con i tuoi affetti piu’ cari, con le tue passioni, con le tue amicizie e con il tuo impegno culturale ed all’improvviso allontanarti da tutto cio’ è molto doloroso.

Per un giovane puo’ essere piu’ facile, soprattutto ai tempi d’oggi abituati a spostarsi continuamente per studio o per lavoro ma per uno come me, che a 50 anni compiuti ha radicato in modo forte le sue radici nel proprio territorio da molti punti di vista non è un’impresa da nulla.

Il tuo libro è una storia che ha toccato soprattutto il cuore degli emigrati poiché nella tua autobiografia molti rivedono la loro vita fatta di sofferenze e di privazioni.

La mia è una storia costruita su una scelta difficile, quella di lasciare tutto, di partire e di ricominciare una nuova vita all’età di 50 anni in una nazione straniera, lasciandomi alle spalle non solo l’affetto familiare e la nostalgia per la lontananza dal paese ma anche l’abbandono di una intensa attività pubblicistica e di promozione culturale fatta sul territorio. Ma ad un certo punto ho dovuto, per necessità di sopravvivenza, dico io, a staccare la spina da tutto e a prendere la decisione giusta.

-Quali sono state le sfide piu’ grandi che hai dovuto affrontare durante la tua vita lavorativa da emigrato?

I primi anni della mia partenza sono stati molto difficili perché mi sono scontrato con una serie di problemi e difficoltà non indifferenti, determinate anche dalla non conoscenza della lingua tedesca e dello svolgimento di lavori manuali, del tutto diversi da quelli che avevo praticato nella mia vita. Ed ancora ho dovuto lottare contro la solitudine e la lontananza dalla mia terra e dalla mia famiglia, contro il sopraggiungere del “Coronavirus”, che mi ha costretto ad un maggiore isolamento e a

maggiori sacrifici arrivando a percorrere a piedi sino a ben oltre dieci chilometri al giorno, tra mattina e sera, per recarmi sul posto di lavoro e per di piu’ senza riposo settimanale. Ma poi dopo un po di tempo finalmente sono riuscito ad uscire fuori da questa situazione difficile ed ha trovare un lavoro soddisfacente. 

Qual è stata la cosa piu’ preziosa che hai portato con te dalla tua vita in Calabria?

Indubbiamente dalla mia terra ho portato la mia umiltà, la mia cultura e l’affetto della mia famiglia la quale, quest’ultima, mi ha sempre sostenuto anche se ad oltre mille chilometri di distanza. Sono stati e lo sono ancora tre elementi essenziali per riuscire a superare i momenti di difficoltà che si incontrano.

La tua storia, come tu dici, puo’ essere considerata la storia di ogni emigrato?

Qualsiasi persona che è stata costretta e non per scelta ad abbandonare la propria terra, si porta dentro tanta nostalgia e tanta sofferenza. Ma oltre a questo deve lottare per essere accettato in un paese straniero e a volte prima che questo avvenga passano anni. Ci si sente sempre uno straniero, sempre fuori posto e con il cuore sempre ansimante di nostalgia che non ti fa vivere bene nel luogo in cui ti trovi perché i tuoi pensieri vanno alla tua terra e alla tua famiglia.

Locandina numero 92 , mese di Febbraio 2023 del giornale on line lameziaenonsolo. In evidenza 4 copertine al centro della locandina , nella parte inferiore a sinistra si legge indirizzo sito web del giornale “www.lameziaenonsolo.it”, in basso a destra invece è visibile il logo grafico dell’editore “Grafiché”

In molte pagine, oltre a ripercorrere ricordi della tua fanciullezza e del tuo vissuto a Feroleto Antico, tu esprimi anche il tuo pensiero riguardo a diversi temi ed in particolar modo sul tema religioso.

Credo che quando una persona scrive e si rivolge ai lettori deve avere il coraggio di esprimere anche il suo pensiero liberamente pur sapendo che puo’ incontrare la disapprovazione di alcuni lettori. In particolar modo mi riferisco al tema della religione cattolica nella quale mi sono cresciuto e che in questo lavoro ho affrontato in diversi modi partendo logicamente dalle mie esperienze personali vissute prima in Italia e poi all’estero. Il mio pensiero nasce appunto da una serie di conoscenze dirette di alcune realtà religiose diverse da quella cattolica che mi hanno portato ad aprire la mente e a guardare con una luce diversa il complesso mondo della religione. Di questo ne sono contento poiché ritengo che solo attraverso la frequentazione e l’approfondimento di altre realtà ci possiamo permettere di giudicare ed esprimere un pensiero piu’ ampio su questo tema. Poi ognuno sceglie quello che vuole seguire ma con una cognizione di informazioni sufficienti per rendersi conto dal suo punto di vista se quella che stà seguendo è la via giusta o la si segue solo perché fa comodo seguirla o perché la seguono tutti. Naturalmente nella mia narrazione oltre ad esserci una testimonianza diretta di un vissuto c’è anche una bibliografia che mi ha supportato nell’esprimere alcuni concetti.

– La fede ti ha aiutato?

Certamente. Anche se nel libro sono molto critico con alcune professioni religiose cristiane io non rinnego mai la mia Fede, ma al contrario essa è una costante sia nella mia vita trascorsa in Italia che nella mia vita da emigrato e, nei momenti di difficoltà, non ho esitato a pregare rivolgendomi direttamente a Dio.

Il coraggio di cambiare ora puo essere letto anche in tedesco. Come mai questa decisione di tradurre il libro.

E’ una decisione scaturita sia dal fatto che parlando di emigrazione si parla una lingua universale, poiché non esiste paese al mondo che non abbia i suoi emigrati o immigrati. Inoltre nella Svizzera tedesca, dove abito attualmente e lavoro, molte persone sono venute a conoscenza di questa mia passione e mi hanno incoraggiato a scrivere qualcosa in tedesco per potermi leggere e conoscermi meglio, e quale miglior cosa se non cominciare con la mia storia personale. Inoltre ho amici anche a Stoccarda, nella Germania del sud, che mi sono stati vicini in quel periodo e sicuramente apprezzeranno la mia storia.

Quali sono i tuoi libri preferiti e come ti hanno influenzato nella tua carriera di giornalista e di scrittore?

-Come racconto nella mia autobiografia, da giovane ho prediletto per lo piu’ libri di approfondimento psicologico e psicoanalitico leggendo autori come Freud e Fromm. Poi ad un certo punto della mia vita ho cominciato a prediligere il tema della storia locale approfondendo le radici storiche della nostra regione ed alternandola anche alla lettura di alcuni romanzi di successo. Tutto mi è stato utile nella mia vita di giornalista e di scrittore. Pur avendo scritto per molto tempo su quotidiani articoli di cronaca il mio amore piu’ grande è rimasto sempre la passione per la storia calabrese e questo chiarisce anche ai lettori come mai ho creato anni fa il “Ferula d’Oro”, Premio di saggistica storica su opere che riguardano esclusivamente la Calabria e che ho dovuto purtroppo interrompere con la mia partenza.

Inoltre la maggior parte dei miei lavori sono libri di storia locale e non a caso ho ripreso a gestire nuovamente dopo l’interruzione di 7 anni il sito www.cittadiferoletoantico.eu  dove – pur vivendo lontano oltre mille chilometri dalla mia Calabria- ho ripreso a scrivere di storia e tradizioni della mia terra pubblicando anche documenti e foto storiche del mio paese.

Cosa faresti diversamente se potessi tornare indietro?

Difficile rispondere a questa domanda, perché alla fine qualsiasi cosa io dico o penso è un qualcosa di astratto, irrealizzabile o non immaginabile. Credo che ognuno di noi deve accettare la sua esistenza senza i “ma” e senza i “se” ma deve tenere sempre presente che nella vita bisogna lottare senza arrendersi perché nessuno ci regala niente; ecco perché bisogna trovare “il coraggio di cambiare” quando è necessario.

Come pensi che la tua esperienza di vita all’estero ti abbia cambiato come persona?

-Sostanzialmente mi sento di dire che questa mia esperienza ha rafforzato il mio carattere ma soprattutto mi ha arricchito culturalmente. Imparare una nuova lingua, conoscere culture e tradizioni diverse ma soprattutto cercare di integrarsi con le persone con cui si vive a contatto puo’ solo arrecare benefici. Non bisogna mai fare l’errore di isolarsi poiché quando non si ha confronto con gli altri indubbiamente diventiamo piu’ vulnerabili.

Grazie per questa testimonianza e ti auguro di scrivere ancora poiché la tua storia è molto interessante e molti lettori sono interessati alla tua vicenda personale che è anche un monito alla classe dirigente calabrese affinchè si adoperi ed intervenga per evitare che molti nostri giovani lascino la Calabria. 

                                                                                          Antonio Perri

 

 

 

Franco Falvo

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