CHATTANDO CON FRANCO FALVO: L’INTERVISTA RILASCIATA AL SETTIMANALE ITALO-SVIZZERO L’ECO

CHATTANDO CON FRANCO FALVO: L’INTERVISTA RILASCIATA AL SETTIMANALE ITALO-SVIZZERO L’ECO

Ringrazio il settimanale di informazione L’ECO ed in particolar modo la giornalista e redattrice Graziella Putrino per l’intervista di due pagine su questo importante giornale. L’ECO, pubblicato in lingua italiana, è distribuito e venduto non solo in tutta la Svizzera (italiana, francese e tedesca) ma anche nell’ Italia del Nord. L’ECO si puo’ comprare in edicola o ci si puo’ abbonare all’edizione cartacea o a quella online. La redazione principale si trova a Zurigo e la sede legale in Ticino, nella Svizzera italiana  ma ha diverse redazioni nelle maggiori città Svizzere ed italiane.  Riporto l’intervista integrale cosi’ per come pubblicata sul settimanale.

Chattando con Franco Falvo

di

Graziella Putrino

Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio rendervi partecipi di una chiacchierata tra me e Franco Falvo.

Di recente è uscito il Suo libro “ Il coraggio di cambiare”. Che cosa l’ha spinto a scriverlo?

Buongiorno Graziella. Ho scritto questo libro mosso principalmente dal desiderio di far conoscere ai lettori una serie di vicende molto particolari che hanno interessato la mia vita e che mi hanno portato all’ età di 50 anni a dare un taglio netto al mio passato.

Che cosa significa da italiano emigrare nel 2023?

Emigrare nel 2023 da italiano significa che l’Italia, pur con tutto il progresso e la tecnologia di oggi, non è in grado di garantire un posto di lavoro ai suoi cittadini i quali ancora oggi continuano a cercare lavoro all’Estero. Ed è vergognoso che ancora oggi questo fenomeno è in ascesa. Cio’ significa che la nostra nazione ha fallito in tutto perché non è in grado di gestire una programmazione seria nel settore lavorativo, ed è amaro e doloroso dover preparare le valige nel 2023, a cinquant’anni, e lasciare il luogo dove si sono messe le proprie radici. La mia non è stata una scelta voluta ma una scelta costretta dopo aver per cinque lunghi anni cercato di trovare un lavoro stabile rivolgendomi ad imprese, aziende ed amici e come quasi sempre accade nel momento del bisogno tutti ti voltano le spalle.

Quale è stata ed è la Sua esperienza di accoglienza e sostegno in Svizzera?

Quando arrivi in una nazione straniera il primo impatto è senza dubbio molto difficile poiché c’è sempre una diffidenza iniziale verso lo straniero. Sei sempre messo alla prova ed all’inizio anche sfruttato, soprattutto se trovi tuoi connazionali come datori di lavoro. Poi una volta dimostrate le tue capacità, una volta aver imparato a destreggiarti con la lingua straniera e dopo aver dimostrato che sei affidabile allora cominciano ad apprezzare le tue doti e a rispettarti.

Il Suo libro si potrebbe definire una testimonianza di Storia e di archivio sull’ emigrazione dal Suo paese. Com’è nata questa idea?

Si, perché la storia locale è sempre stata per me molto importante. Non a caso cinque dei miei libri parlano di storia locale. Durante una delle mie tante ricerche avevo trovato nell’archivio storico del mio comune una serie di documenti riguardanti l’emigrazione di molti miei concittadini avvenuta nei primi anni del 1900, ossia circa un secolo fa. Avevo messo da parte questi documenti nella speranza di poterli in futuro pubblicare integrandoli con qualcos’altro. Ebbene, quel qualcos’altro era proprio la mia storia di emigrato che ancora dovevo vivere. Nessuno avrebbe immaginato che uno come me, legato morbosamente al proprio paese non solo dall’amore per la storia locale ma anche per tante altre iniziative come la realizzazione di un museo, l’organizzazione di un premio letterario e la gestione di un sito di informazione locale e tanto altro ancora, un giorno sarebbe stato costretto ad emigrare. Ed ecco che cosi’ è nata l’idea di scrivere questo libro integrandolo con la mia storia personale di emigrato.

Lei è anche giornalista e scrittore: Quali critiche solleva al Suo paese e per esteso alla politica del lavoro italiana?

Per quanto riguarda la politica del lavoro italiana ci sarebbe molto da dire ma sintetizzo dicendo che purtroppo il male dell’Italia è la corruzione ad ogni livello. I politici pensano solo a fare i propri interessi e del popolo si interessano poco o niente. Tutti vogliono entrare in politica non per servire il Paese ma per garantirsi un futuro economico o di successo. Sin quando non avremo al Governo persone incorruttibili e ligi al dovere l’Italia continuerà lentamente a sprofondare in un immenso pozzo dal quale un giorno non sarà possibile piu’ risalire le pareti.

Nel suo libro tocca delle tematiche, come : gli affetti, l’alzheimer, la fede, la generosità a senso unico, la fiducia tradita, le barriere linguistiche. Come mai?

Principalmente perché sono argomentazioni che ho toccato con mano. Come emigrato sono stato colpito negli affetti a causa della lontananza dalla mia famiglia e da quelle poche persone che mi stimano. Cosi’ anche gli altri temi che affronto, sono tutte tematiche che hanno sicuramente influenzato molte mie decisioni. Aver fatto anche altre esperienze religiose- al di la del cattolicesimo che mi ha accompagnato per circa 50 anni – per me ha rappresentato il desiderio di approfondire ulteriormente questo vasto “mondo” e scoprire alla fine che molte professioni religiose nascondono in realtà il desiderio di molti di ricchezza, di successo, di potere o di prevalere sugli altri. Nel mio paese ho lasciato un buon segno del mio passaggio non solo attraverso i miei libri di storia locale ma anche attraverso tante altre iniziative che evito di elencare e che ho fatto solo per passione ed amore verso la mia terra, ma poi quando nel momento del bisogno ti ritrovi solo, e tutte quelle persone che potevano in qualche modo darti una mano per restare ti voltano le spalle, allora si che si parla di tradimento.

Si sente di avere un dovere morale per le lettrici e i lettori del Suo libro?

Forse il dovere morale di trasmettere un messaggio positivo molto importante: in qualsiasi situazione di difficoltà vi trovate non perdete mai la speranza di potervi risollevare perché solo se rimane in noi la speranza di farcela e la volontà di combattere allora, anche se con molti sacrifici, si riescono a superare degli ostacoli impensabili.

Da emigrato a Basilea, che cosa è cambiato nella Sua identità?

Credo di aver accumulato in questi anni di emigrato una positiva maturazione intellettuale. Questo grazie soprattutto alle numerose difficoltà che ho dovuto affrontare prima di arrivare ad una situazione stabile e soddisfacente. Sostanzialmente sono sempre lo stesso Franco Falvo di prima ma – come riporto nel mio libro- arricchito dalle numerose vittorie che porto scolpite nel mio cuore. Vittorie come una buona integrazione, un lavoro che mi soddisfa, una rete di amicizie soprattutto sportive ed altro ancora. E questi negli intensi ultimi quattro anni.

Di recente è stata pubblicata la traduzione del Suo libro in tedesco. Come è nata questa collaborazione? A quale pubblico è destinato questo libro?

L’idea di pubblicare anche in tedesco è nata dal desiderio di far conoscere alle numerose persone che ho conosciuto nel lavoro che svolgo sui campi da tennis la mia storia di emigrato. Alcuni di loro sono venuti a conoscenza che nella mia patria amavo molto scrivere e che lo facevo con molta passione ed allora mi hanno chiesto perché non scrivi qualcosa anche in tedesco? E cosi’ mi sono avvalso della collaborazione di Adriana Grispo, una traduttrice professionista che vive nel nord Italia ed ecco che è nato “Der Mut zu Veranderung”.

Lei lo capisce il tedesco?

Non sono bravo a scriverlo correttamente ma lo capisco abbastanza bene. Quando sono emigrato per la Germania, prima ancora di giungere a Basilea, mi sono portato dietro i libri di tedesco sui quali ha studiato mia figlia al liceo linguistico ed ho cominciato a studiare da solo. Poi giunto a Basilea ho frequentato un corso conseguendo un attestato ed ora me la cavo abbastanza bene.  Ma mi aiuta molto oltre che a parlare con le persone anche il fatto di guardare la tv tedesca e di leggere giornali locali.

C’è un messaggio chiave che vuole trasmettere tramite i suoi libri?

Quello che mi sento di trasmettere attraverso i miei libri è che la cultura aiuta molto. Studiare, apprendere, imparare cose nuove ci puo’ solo migliorare e a farci aprire la mente. Io ero conosciuto nella mia Patria come un intellettuale per cosi’ dire “da giacca e cravatta” e qui invece sono un ottimo preparatore di campi da tennis ed un buon giocatore di tennis, cosa che non ho mai fatto nella mia giovinezza. Si puo’ sempre rinascere ed essere felici anche altrove. L’importante è non scoraggiarci e crederci nelle cose.

Qual’è la sua visione da emigrato a Basilea nei prossimi 5 anni?

Nei prossimi cinque anni continuerò con questo lavoro perché tutti mi apprezzano e mi stimano. Naturalmente dopo il blocco dello scrittore che ho vissuto per ben cinque anni a causa delle difficoltà dovute alla mia emigrazione spero di poter continuare a scrivere ed inserirmi nel mio tempo libero nella vita culturale di Basilea.

Secondo Lei ci sono emigrati di serie A ed emigrati di serie B? Da cosa dipende?

Credo che la distinzione tra emigrati di serie A ed emigrati di serie B consiste nel fatto che i primi sono quelli che emigrano dall’ Italia per cambiare lavoro in seguito ad un trasferimento dell’azienda per la quale lavorano o ad una promozione o per altri motivi ma sempre per libera scelta e non affrontano nessuna se non una lieve difficoltà di inserimento. Gli emigrati di serie B sono invece quelli che come me sono costretti da necessità primarie di sopravvivenza a lasciare il proprio Paese e ad addentrarsi allo sbaraglio in un luogo straniero lottando da soli contro numerose difficoltà prima di trovare un lavoro che non sempre arriva o che arriva dopo molti sacrifici e non poche umiliazioni.

Con quali desideri e quali speranze vorrebbe ritornare al Suo paese?

La speranza è senz’altro quello di di potermi godere almeno l’età pensionabile nella quiete del mio paese con tutta la mia famiglia e gli affetti piu’ cari e a coltivare anche le miei passioni storiche e culturali legate al territorio.

 

Nota di redazione: Entrambi i libri sono stati presentati al Salone del Libro di Torino. Chi fosse interessato all’acquisto è pregato di rivolgersi alla redazione de L’ECO.

 

 

Franco Falvo

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